È una giornata insolita nella baraccopoli a est di Bangalore.
I bambini si dispongono in fila davanti all’obiettivo, sfilano vestiti a festa, si sollevano sulle punte verso un destino diverso.
Antonella D’Onorio De Meo coglie la potenza di una infanzia rotta e la ricompone incastonandola nel vetro, come un orafo con la sua gemma più preziosa.
Ripone, una a una, la singola storia di vita nell’elemento vitreo, fragilissimo e tagliente, duro e trasparente, che riflette la realtà e, allo stesso tempo, accoglie la luce lasciandosi inondare d’avvenire.
E davanti a noi sfilano tessere pulsanti.
– Rita Serio
Emulsione alla gelatina ai sali d'argento applicata a pennello su vetro